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RESTAURO PIAZZA TRIESTE: Premessa e Sommario Descrittivo
a cura del prof. Leone Parolo del Centro Studi sui Castelli
PREMESSA
L'area di Piazza Trieste, fronteggiante il Castello di San Zeno di Montagnana (Porta Padova)
dalla parte occidentale (intra moenia), è stata per molti anni e fino a poco tempo fa adibita
a parcheggio pubblico ed è interessata attualmente da un progetto di risistemazione ad esclusivo
uso pedonale che prevede la lastricatura totale della sua superficie.
Il Progetto, di iniziativa comunale, è stato approvato nei primi mesi del 2003 ed è supportato da un
finanziamento di circa due miliardi di vecchie lire.
Il Castello, prospiciente alla Piazza, è un vetusto fortilizio di presidio alla Porta Padova della Città
murata e si fa risalire, nelle sue strutture principali attuali, al secolo XIII.
Utilizzato con alcune modifiche dalla signoria padovana dei Carraresi (Sec. XIV), quindi con alcune
aggiunte dai Veneziani (Secoli XV, XVI, XVII e XVIII) e successivamente dagli Austriaci (Sec. XIX) i quali,
abbattendo alcune sue parti e tombando il controfossato intra moenia, lo trasformarono in caserma
per le truppe di occupazione, è una delle emergenze architettoniche più salienti della Cinta fortificata
medioevale di Montagnana e, con l'area circostante, ne costituisce il nucleo fortificato più antico.
Tenendo conto di ciò ed in previsione dell'inizio dei lavori preventivato per la primavera 2004, la
Soprintendenza ai BB. AA. E il Paesaggio di Venezia ha disposto a titolo prudenziale nei primi mesi
di quest'anno, dei sondaggi archeologici i quali hanno messo in luce un complesso di strutture sepolte
parzialmente conservate e riferentisi alla situazione preesistente al tombamento, cioè all'epoca veneziana.
In passato infatti, il Castello, come risulta da mappe e disegni dei secoli XVI; XVII e XVIII e come era di
norma per tutti i fortilizi posti a presidio delle porte delle città murate, era difeso anche dalla parte
di città da uno specchio d'acqua, detto controfossato, il quale era attraversato da due ponti:
uno relativo alla Porta di Padova ed uno che collegava l'interno del Castello con la città.
Per ulteriori puntualizzazioni sull'antica situazione ed i documenti relativi, si rinvia alla Relazione
storico-castellologica presentata dal centro di Studi sui Castelli all'Ufficio Tecnico di Montagnana
nel gennaio 2003 in occasione della predisposizione del Progetto sopra citato.
SOMMARIO DESCRITTIVO DELLA SITUAZIONE PORTATA ALLA LUCE DAGLI SCAVI
L'area del bacino del controfossato del Castello, attraversata dai due ponti, era piuttosto vasta e doveva
misurare approssimativamente almeno metri 55 x metri 110. Aveva la forma di una grande C che abbracciava la
costruzione lambendo con le due branche le mura di cinta della città dove stavano la chiavica per l'entrata
e per l'uscita dell'acqua.
Nella sua parte nord occidentale, partendo dal ponte di città, l'estensione del bacino d'acqua coincideva
all'incirca con l'area di Piazza Trieste, mentre, verso sud, giungeva a comprendere l'area dell'attuale
Arena teatrale (anni '30). Attraversata dai due ponti, era divisa da questi in tre sezioni: settentrionale,
centrale e meridionale. La sezione centrale, compresa fra i due ponti, ed una certa parte della sezione
settentrionale, sono le aree interessate dagli scavi di cui trattasi.
La larghezza del bacino, misurata a partire dalla muraglia del fortilizio, sembra essere stata di circa
trenta metri ( metapirgYo di cento pedes = m 29,6), misura questa analoga a quella dell'ampiezza delle
fosse dei valli extra moenia. [1] La profondità teorica doveva essere di metri 3,70 misurata dal
livello del cortile interno del Castello.
I recenti scavi, che sono stati eseguiti nell'area della Piazza e che hanno comportato la rimozione
di grandi masse di terra, hanno messo in evidenza le seguenti principali strutture antiche sepolte:
- Il blocco scarpato che costituiva la base dell'antemurale demolito dagli Austriaci nella sua parte
superiore in occasione della ristrutturazione del 1842/43
- Tre grandi arcate del Ponte in muratura che collegava l'intramoenia con il Castello, mancanti tutte
delle porzioni di chiave, demolite in circostanze ignote, e pesantemente scarificate nelle parti superiori
da trincee recenti dovute a inconsulti scavi per la posa di tombini e tubazioni
- L'esistenza del controfossato profondo più di tre metri
- Uno spalto di terra addossato al castello che collegava con un "motton", simile a quelli del vallo
esterno, i due antemurali: quello della Porta del cortile e quello della Porta di Città
- Un muro di rinfianco di detto spalto che si estende per circa i due quinti della lunghezza del medesimo.
Se gli scavi proseguissero verso sud, cioè dalla parte dell'androne di Porta Padova, si troverebbero con certezza
le arcate interrate del ponte di città la cui consistenza dimensionale è discretamente conosciuta in seguito
a numerosi scavi (non però archeologici) eseguiti negli anni passati per lavori di interramento di condutture
varie.
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